Vacanze MAXXIANE
Con il cinema e l’architettura si viaggia senza freni!
Quando non si può uscire di casa, per colpa del Covid-19, si può viaggiare con l’immaginazione.
La meravigliosa fabbrica dei sogni, il cinema, ci aiuta a fare la valigia per vacanze immaginarie e immaginate davanti allo schermo. Oramai da mesi la tv ci tiene compagnia ed è così che è nata l’idea di organizzare un PCTO che grazie al cinema ci porta a ragionare sul ruolo dell’architettura. Da sempre i registi hanno trovato location in spazi disegnati da architetti, luoghi che hanno fatto da sfondo alle azioni interpretate dagli attori.
E’ possibile immaginare Sylvia e Marcello (Anita Ekberg e Marcello Mastroianni in “La dolce vita”) immergersi in una fontana che non sia quella progettata da Nicola Salvi? Jep Gambardella (Toni Servillo in “La grande bellezza”) potrebbe vivere in un attico con vista su un monumento diverso dal Colosseo?
La scelta dei registi di girare in determinati luoghi è sempre supportata da specifiche esigenze narrative ed è così che attori e location sono un tutt’uno. La fisionomia del personaggio coincide con la location e quindi la narrazione si arricchisce di significato a chi comprende appieno il binomio.
Se nella storia del cinema c’è un film che ha fatto bingo al riguardo è il capolavoro di William Wyler.
“Vacanze romane” nel 1953 con 10 nomination agli Oscar (3 vinti), un Golden Globe, un British Academy Film Awards e un New York Film Critics Circle Awards porta sul podio la protagonista Audrey Hepburn. Lei, insieme al fascinoso Gregory Peck, sono la bella coppia che ribalta i ruoli della favola di Cenerentola e diventano due icone dell’immaginario collettivo al pari di Piazza di Spagna e di Via Margutta.
Il film è una sorta di biglietto da visita hollywoodiano della capitale.
E’ indubbio che il pluripremiato lungometraggio abbia avuto un ruolo importante per la promozione di Roma che diventò, negli anni a seguire, la meta più gettonata dal turismo internazionale.
Il programma di MAXXI A[R]T WORK proposto al Liceo Pasteur di Roma, durante il mese di maggio 2021, prova a combinare il cinema con l’architettura passando per l’analisi dei principali personaggi di “Vacanze romane”.
Insieme a Veronica Cascelli, Editor e Story analyst di note case cinematografiche, gli studenti hanno analizzato i personaggi principali di “Vacanze romane” scoprendo le peculiarità caratteriali di ognuno, dopodiché hanno cercato similitudini e affinità con le architetture moderne e contemporanee progettate dai grandi nomi dell’architettura (da Zaha Hadid a Superstudio, da Stefano Boeri a Gio Ponti)
Ad aiutare i ragazzi a cercare l’accoppiata tra la Principessa Anna (A. Hepburn), Joe Bradley (G. Peck), Irvin Radovich (E. Albert), la Contessa Vereberg (M. Rawlings), il parrucchiere (P. Carlini) ma anche della Vespa e le architetture sono intervenuti i registi Cosimo Alemà, Luca Ribuoli, Marco e Adriano Manetti che hanno cercato affinità e similitudini tra i personaggi di Wyler e le architetture degli archistar.
Per fare qualche esempio – secondo i Manetti Bros – il personaggio estroverso del paparazzo Irvin ha molto a che fare con la sorprendente e sfacciata Casa Albero di Giuseppe Perugini (a Fregene), per Cosimo Alemà l’animo gentile del parrucchiere è pari all’elegante quanto impalpabile intreccio della facciata della Cattedrale di Taranto di Gio Ponti mentre per Luca Ribuoli la Vespa trova il suo alter ego nel MAXXI di Zaha Hadid grazie alle comuni linee morbide e vivaci.
Tutto questo può sembrare un azzardo, uno sberleffo ed infatti è stato divertente ripensare il film di Wyler, immaginando le stesse sequenze in location diverse.
Gli studenti del Pasteur non hanno avuto freni ed è così che nasce il progetto Instagram Vacanze MAXXIANE.
Nel profilo, suddiviso in più sezioni, si palesa la fisionomia dei personaggi mettendoli in dialogo con capolavori in cemento e mattoni ma ci si è spinti oltre ripensando il film degli anni ’50 “trascinando” i protagonisti in altre pellicole che hanno fatto la storia del cinema (“E.T.“, “Guerre stellari” e “King Kong”).
Il divertente collage ha stimolato un lavoro pieno di riflessione che ha portato il dinamico gruppo di lavoro a confrontarsi non solo con il cinema, con l’architettura e con la psicologia ma anche con la creatività e la tecnologia.
Gli studenti hanno messo in pratica tante competenze e per fare questo l’uso di app e programmi di grafica è stato utile per andare in vacanza pur rimando a casa.